F24: com’è fatto, tipologie e quali sono le sue funzioni

Per effettuare il pagamento di un gran numero di imposte, tasse e contributi in Italia viene utilizzato il modello F24. E’ stato introdotto nel 2003 e viene detto anche ‘unificato’ poiché consente ai contribuenti – grazie a un’unica operazione – di pagare le somme di volta in volta dovute, andando a compensare con eventuali crediti il versamento. La funzione di compensazione dei crediti del contribuente rispetto a certi debiti fiscali è particolarmente utile per le realtà aziendali, le quali possono così contenere i pagamenti senza sottostare alle trafile complesse del rimborso crediti. L’F24 è composto da tre copie, inoltre è suddiviso in sezioni. Si inseriscono nella parte in alto le info relative al contribuente come età, codice e domicilio fiscale, poi nella seconda parte si devono riempire gli spazi a seconda dell’ente al quale il contributo deve essere versato (Inps, Regioni, Erario e così via).

Esistono differenti tipologie di modello F24 a seconda delle specifiche imposte che si devono pagare. Questo modulo fiscale, in riferimento ad esse, fa ricorso ai codici tributo ovvero a delle serie numeriche ben precise che identificano i versamenti dovuti. Per snellire le diverse operazioni la cosa migliore da fare è affidarsi a realtà come Qonto che consentono di pagare F24 online. Tra le funzionalità incluse nell’offerta c’è anche la possibilità di creare un accesso per il commercialista in sola lettura, in modo da facilitare il suo lavoro e consentirgli di effettuare il pagamento degli F24 autonomamente e in assoluta sicurezza. Ma quali sono i codici tributo più ricorrenti? Vediamolo insieme.

Quali sono i codici tributi più ricorrenti

Si tratta senza dubbio dell’Imu, codice assieme al quale deve essere inserito quello del Comune di appartenenza. Il codice 3912 è quello per la prima casa, 3914 per i terreni mentre invece il codice 3961 è relativo alle aree fabbricabili. Ma c’è anche l’IVA naturalmente: qui ci sono più tipi di codice, poiché cambiano a seconda del mese di riferimento del versamento. Dunque per gennaio le quattro cifre saranno 6001, mentre per giugno 6006 e dicembre 6012 nel caso di versamenti mensili, mentre si parte da 6031 per arrivare a 6034 nel caso di versamenti trimestrali. Per quanto riguarda poi l’Irpef, si dovrà utilizzare il codice 4033 per la prima rata dell’acconto mentre il 4034 per la seconda (il codice del saldo è invece il 4001).

Ecco tutti i modelli e le loro funzionalità

Ci sono diverse tipologie di modello F24, come accennato. C’è il modello ordinario, impiegato per pagare la maggior parte di contributi e tributi (è la formula più semplice da compilare), l’F24 accise che serve per pagare queste ultime e per effettuare versamenti quali sanzioni, avvisi di accertamento, multe e cartelle Equitalia. C’è poi il modello F24 semplificato tramite il quale si procede al versamento di contributi Inps ma anche di imposte quali Imu, Iva e Tasi. Proseguiamo con il modello F24 Elide (abbreviazione di Elementi Identificativi) che permette di versare tasse ipotecarie, imposte speciali catastali, risoluzioni e proroga di contratti di locazione (è più raro, come l’F24 accise). Infine il modello EP, necessario per effettuare i pagamenti verso gli enti pubblici. C’è anche un modello predeterminato (o precompilato), che viene inviato ai contribuenti in parte già riempito: si usa solo per il versamento delle somme già indicate.