Quiet quitting: cos’è e perché tutti ne parlano

Sono tanti i termini che sono entrati a far parte del mondo del lavoro moderno. Alcuni derivano dalle nuove tecnologie che hanno rivoluzionato il modo stesso di lavorare, generando nuove figure professionali e, di conseguenza, nuovi gerghi. Altri arrivano invece dai Social e sono diventati famosi in pochissimo tempo. Tra questi troviamo ad esempio il termine “Quiet Quitting”, fenomeno nato da Tik Tok che è diventato rapidamente una vera e propria filosofia di vita per i lavoratori di tutto il mondo. In questo articolo vogliamo spiegare nel dettaglio cos’è il quiet quitting e come affrontare questo nuovo fenomeno.

Cosa si intende per Quiet Quitting

Il termine Quiet Quitting, che significa “licenziamento silenzioso”, sta ad indicare quell’atteggiamento lavorativo in cui il lavoratore svolge il minimo richiesto dal proprio ruolo e dal proprio contratto di lavoro, senza dedicarsi a mansioni straordinarie o extra non retribuite. L’obiettivo, oltre ad evitare l’overworking (lavorare più ore di quelle previste o assumersi responsabilità non contrattuali) e il burnout (sindrome correlata allo stress da lavoro che provoca esaurimento delle risorse psichiche e fisiche, oltre ad ansia, nervosismo e demoralizzazione), è anche quello di tracciare una netta distinzione tra lavoro e vita personale.

Nascita del fenomeno del Quiet Quitting

Sono tante e differenti le ragioni che hanno portato alla nascita del Quiet Quitting. Prima di tutto, Il cambio di mentalità Post-Pandemia da COVID-19, che ha messo in discussione le priorità che la maggior parte delle persone aveva fino a quel momento, portando in primo piano il valore del tempo personale e della vita privata. Poi, lo stress eccessivo causato dal lavoro, che colpisce sempre più persone rendendo il burnout una problematica molto diffusa. In più, tra le cause primarie della comparsa del Quiet Quitting c’è anche l’incapacità di molti Manager di costruire un rapporto alla pari e soddisfacente con i propri dipendenti. Infine, la diffusione che i nuovi trend hanno grazie ai Social ha reso questa pratica condivisa e apprezzata, per orientarsi verso un modello in cui l’idea tradizionale del lavoratore “dedicato” e “disposto a tutto” viene meno, in favore di maggiore tempo libero e benessere personale.

Come affrontare e prevenire il fenomeno del Quiet Quitting

Solo rendendo i lavoratori meno stressati e più partecipi e rilassati è possibile scongiurare la comparsa del Quiet Quitting. Lo sanno bene le Aziende, che stanno lavorando per introdurre nuove politiche di lavoro flessibile, come lo smart working oppure orari più personalizzati e con carichi di lavoro prevedibili e costanti, ma anche iniziative per il benessere dei dipendenti, come supporto psicologico e programmi di work-life balance. Sì anche a modellidi leadership inclusiva, che valorizzano il contributo dei lavoratori senza sovraccaricarli e si basano sull’ascolto attivo, su una retribuzione in linea con quelle previste dal mercato del lavoro e con il costo della vita, sulla premiazione tramite benefit aziendali e sulla costruzione di rapporti e relazioni efficaci con i dipendenti. Queste strategie sono ormai indispensabili, in quanto il quiet quitting non è solo una moda passeggera, ma è ormai diventato il segnale di un cambiamento culturale più ampio.