Le novità portate dall'introduzione dei certificati bianchi

I certificati bianchi sono dei titoli di efficienza energetica che attestano dei progetti di risparmio energetico a cui sono obbligati per legge gli enti distributori di energia elettrica o gas naturale, che abbiano più di 50.000 utenti. Si configurano come degli incentivi, per questo è possibili valutarne le differenze rispetto ad altre azioni statali più o meno simili che si rivolgono a imprese e privati.

I certificati bianchi non sono un fondo


Introdotti con un Decreto Ministeriale del 2001, la loro emissione è di competenza del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. La loro natura, come accennato poc’anzi, è quella di titoli di efficienza energetica che possono essere negoziabili all’interno di un mercato il cui arbitro è il GME, il Gestore del Mercato Energetico. La novità rispetto ad un fondo è notevole. Se, ad esempio, un’agevolazione come quella del Conto Termico 2.0 è limitata da una disponibilità di circa 900.000 euro annui, questo genere di limite non è previsto per i certificati bianchi, dove un soggetto attuatore (imprese, privati, pubbliche amministrazioni, etc.) ed un soggetto proponente (una ESCo, Energy Service Company), si attivano per ottenere un contributo economico il cui limite è solo relativo all’entità di efficientamento programmato.

Certificati bianchi e Cogenerazione ad Alto Rendimento


Oltre alla maggiore efficacia rispetto ad un tradizionale Conto Termico, un’altra importante novità introdotta dai certificati bianchi è l’estensione verso i CAR, che si arricchiscono così di un’ulteriore beneficio oltre a quelli già riconosciuti, come la precedenza nell’utilizzo di energia prodotta per mezzo di CAR rispetto a quella prodotta da fonti tradizionali.

Certificati bianchi e fotovoltaico


Concludiamo con un ultimo aspetto, quello del fotovoltaico, un tema che ancora gode di grande attenzione. Benché si tratti di uno degli strumenti preferiti nell'ambito dell'edilizia privata tanto quanto quella industriale, e benché il mercato di riferimento sia molto vasto, recentemente è stata introdotta una novità che esclude gli impianti fotovoltaici di qualsiasi natura dai contributi economici previsti con i certificati bianchi. Il motivo è presto detto e non è da ricercare in chissà quali strategie energetiche o di mercato ma si lega piuttosto alla banale analisi sui dati di progetti di efficienza energetica che negli ultimi anni hanno goduto del contributo economico ottenibile con i certificati. Questi dati hanno evidenziato come solo una piccola percentuale di impianti si è avvalsa dei certificati, a fronte di una più alta percentuale che ha preferito soluzioni diverse semplicemente perché più adatte a certe peculiarità del tipo di intervento. In altri termini vuol dire che anche i certificati bianchi si prestano meglio in certi contesti piuttosto che altri.