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L'advertising barter sta vivendo un cambiamento strabiliante. Se una volta era visto come un'attività alquanto discutibile, oggi sta svolgendo un ruolo significativo nelle strategie di marketing e di distribuzione per le aziende che vanno dalle PMI alle grandi multinazionali.
La recessione ha indubbiamente giocato un ruolo fondamentale in questo processo di cambiamento: quando i tempi sono difficili, il mercato si contrae e la liquidità scarseggia, le aziende hanno bisogno di trovare modi nuovi e diversi per raggiungere l'efficienza e salvaguardare l’attività e le posizioni raggiunte sul mercato. Con il barter pubblicitario si sono sviluppati processi più trasparenti per aiutare gli inserzionisti ad aumentare i loro budget destinati ai media per estendere la distribuzione del marchio avvalendosi dai nuovi canali offerti dalla pubblicità in cambio merce.
Anche se il termine baratto è vecchio quanto il mondo, il cambio merce pubblicitario è una pratica relativamente giovane, propria del 21° secolo e consente agli inserzionisti e ai proprietari dei media di concludere affari senza dover pagare il 100% in contanti per quello che vogliono acquistare. Le transazioni si basano sulle esigenze del momento delle singole aziende e così ognuna di esse è diversa dall'altra e diventa difficile estrapolare una regola che valga per tutte le occasioni.Il principio di base è però identico: gli inserzionisti ed i media rinunciano ai margini di utile che deriverebbe dalla vendita a listino dei loro prodotti e servizi per concludere accordi a prezzi significativamente inferiori. In questo modo gli inserzionisti possono programmare campagne pubblicitarie più importanti ed incisive senza doverle pagare in denaro contante. Allo stesso tempo i media limitano gli spazi invenduti da vendere sottocosto all'ultimo minuto ed in termini commerciali gli spazi diventano più appetibili per la restante clientela.
Al fine di tutelare i tradizionali canali di vendita, la concessionaria di pubblicità provvede a distribuire i prodotti ritirati dall'inserzionista secondo gli accordi presi. Solitamente attraverso negozi il cui accesso è riservato ai soli tesserati. Per prassi le concessionarie provvedono a convenzionare i dipendenti di grandi aziende, CRAL, associazioni e pubblica amministrazione.
Nel complesso il cambio merce pubblicitario, se ben impostato, è in grado di incrementare l'efficienza dell'inserzionista aumentando la divulgazione del brand, riducendo i costi destinati al marketing, aumentando i canali di vendita e rimuovendo il rischio di programmare autonomamente la pubblicità su mezzi a lui non affini. Che cosa può essere scambiato nel cambio merce pubblicitario? Le agenzie specializzate in advertising bartering si sono organizzate per poter ricollocare sul mercato praticamente di tutto: dagli alimentari, ai prodotti tecnologici, alle autovetture agli abbonamenti Fitness e Spa.