La regola tecnica verticale: che cos'è e a che cosa serve

Nel Codice di prevenzione degli incendi sarà inglobata la nuova regola tecnica verticale relativa alle attività commerciali: il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha messo a punto la bozza, che dovrà essere applicata alle strutture caratterizzate da una superficie lorda di almeno 400 metri quadri. Prima della effettiva entrata in vigore, tuttavia, è indispensabile il parere della Commissione Europea, chiamata a stabilire se le regole nuove possano ostacolare in qualche modo la libera circolazione delle merci: è necessario evitare, in altri termini, il pericolo di una stretta anticoncorrenziale.


Che cosa sono le regole tecniche verticali


Lo scopo delle regole tecniche verticali è quello di caratterizzare in modo più efficace una specifica attività mettendo a disposizione delle indicazioni supplementari rispetto a quelle che il Codice già contempla. Ovviamente, perché le regole tecniche verticali possano essere applicate, è indispensabile che sia applicato anche il Codice di prevenzione incendi. Le regole tecniche verticali sono parte integrante del Codice e si distinguono rispetto alla regola tecnica orizzontale, che definisce i criteri progettuali e operativi validi per molteplici attività e uniforma i vari aspetti che riguardano la progettazione antincendio.


Le attività commerciali


La regola tecnica verticale prevede la classificazione delle attività commerciali in funzione delle loro dimensioni, che saranno indicate in metri quadri, e in base al numero di piani che caratterizza gli edifici. Le aree destinate alla vendita devono essere tenute in considerazione, nel calcolo della superficie lorda utile, insieme con le aree impiegate per servizi, gli spazi comuni coperti funzionali all'attività commerciale e i depositi. Non devono essere incluse, invece, le quote dei piani dei percorsi di collegamento con attività differenti, come per esempio i locali di pubblico spettacolo o le autorimesse. Le misure di sicurezza devono essere correlate alle dimensioni, e quindi variano a seconda dei casi: in particolare, risultano più restrittive dai 1.500 metri quadri in su. Anche la presenza di aree a rischio deve essere valutata con attenzione, a maggior ragione nei contesti in cui vengono eseguite delle lavorazioni pericolose o che servono per la ricarica di accumulatori elettrici di trazione. I piani interrati costituiscono un ulteriore fattore di rischio, mentre a seconda del numero dei piani e delle dimensioni si devono rispettare delle specifiche prescrizioni in relazione alla resistenza dei materiali al fuoco. L'esodo in caso di incendio, a sua volta, deve essere progettato in funzione della densità di affollamento che ci si aspetta.


I sistemi di controllo degli incendi


Le attività commerciali sono tenute a rivolgersi alle aziende antincendio per munirsi di sistemi di controllo degli incendi: gli estintori devono essere selezionati e acquistati in funzione del numero di utenti attesi. Anche i sistemi per la rilevazione dei fumi e i sistemi di allarme sono indispensabili, insieme con specifici accorgimenti di sicurezza per gli impianti tecnologici.


Come si è detto, il Codice di prevenzione degli incendi andrà a inglobare la regola tecnica verticale. Esso si applica per la progettazione di attività produttive e industriali, per la loro realizzazione e per il loro esercizio: gli stabilimenti per la lavorazione del cartone, le officine meccaniche, gli stabilimenti di produzione di laterizi, i depositi di combustibili e i centri informativi di elaborazione dati sono alcuni esempi dei contesti chiamati in causa. Non fanno parte di tale elenco, invece, gli alberghi, le strutture sanitarie e gli edifici di civile abitazione. L'applicazione del Codice riguarda tanto le attività già esistenti quanto le attività di nuova realizzazione